Il centrodestra e i sovranisti (o sedicenti tali), storia di un grande “vorrei, ma non posso” fatto di sparate ad alzo zero e proposte apparentemente non negoziabili che si sciolgono come neve al sole. Se sembrava tutto chiarito dopo il vertice di Arcore che due giorni fa ha messo attorno ad un tavolo Berlusconi, Salvini e la Meloni, alla fine dei conti è sempre il primo a voler giocare nel ruolo di regista, lanciando ad ogni piè sospito la sua personale opa sullo schieramento.
Prima venne il tema euro ed Unione Europea: “Ho convinto anche Salvini, nessuno discute la nostra appartenenza alla Ue”, spiegò Berlusconi non più tardi dello scorso ottobre. Un’opera da normalizzazione in corso di fronte alle spigolosità del leader del Carroccio, che da sempre secondo il fondatore e dominus di Forza Italia deve ammorbidire i suoi punti programmatici per non risultare inviso ai cosiddetti “moderati”.
L’opera di convincimento deve andare avanti da tempo, se è vero che nel corso degli anni lo stesso Salvini è passato dal “mai con Berlusconi” al non mettere più in dubbio la rediviva alleanza di centrodestra. Anche a costo di fare marce indietro che poco si conciliano con i toni da duro. Come potrebbe accadere, ad esempio, con il tema della legge Fornero. La riforma del sistema pensionistico è un altro dei cavalli di battaglia con i quali la Lega Nord conduce da anni la sua campagna politica. La posizione salviniana è chiara: la legge varata dal governo Monti va abolita, senza se e senza ma.
L’argomento è stato oggetto di dibattito al vertice di Arcore: “Il primo impegno del governo Salvini: #STOPFORNERO. #4marzovotoLega”, aveva scritto il segretario del Carroccio appena prima di recarsi all’incontro. Sembrava tutto già definito, oggi è arrivata la stoccata: “Non la aboliremo, interverremo dove e è giusto intervenire”, ha affermato Berlusconi nel corso di un’intervista a Radio Capital. “Con la Lega abbiamo parlato – ha aggiunto – di come superare quegli aspetti della legge Fornero che, tra l’altro, sono già stati rivisti. Faremo un esame preciso ed elimineremo quegli aspetti che ci sembrano ingiusti”. Quali non è dato sapere, dando così l’impressione di uno stratagemma retorico per accontentare l’alleato ma, in fin dei conti, scegliere di non decidere. Stiamo d’altronde parlando di un partito – Forza Italia – che quella legge, così come tutte le fiducie all’esecutivo Monti, l’ha votata senza fiatare.
Le parole di Berlusconi fanno eco a quelle di Antonio Tajani, che in mattinata aveva spiegato come la legge Fornero non sia da abolire ma vada “corretta, ma nessuno vuole farlo senza le dovute coperture”. Insomma, prima si trovano i miliardi, poi forse ne discutiamo. Ma di abolirla non se ne parla proprio. Sono parole non di uno qualunque, ma del papabile candidato premier della coalizione che esprimerà il proprio leader solo dopo lo spoglio, quando saranno chiari i rapporti di forza fra i partiti. E Forza Italia è ormai stabilmente data di non pochi punti al di sopra della Lega.