Palazzo Chigi. Salvini: «Governo fino a dicembre con M5s». No del Movimento

Palazzo Chigi. Salvini: «Governo fino a dicembre con M5s». No del Movimento.

Strada in salita per un esecutivo di tregua, in attesa delle consultazioni di lunedì. Salvini ci riprova con una soluzione politica che non piace ai grillini. Spunta l’ipotesi di un governo elettorale.

Le strade continuano a correre in parallelo senza incrociarsi e il presidente della Repubblica guarda l’orologio. Ancora ventiquattro ore, poi il capo dello Stato sentirà per l’ultima volta le delegazioni dei partiti, convocate al Quirinale lunedì in ordine inverso (apriranno i 5 Stelle, seguiti dalla coalizione di centrodestra e dal Pd, fino ai partiti più piccoli). L‘obiettivo è di sciogliere l’enigma governo entro martedì. Se infatti Sergio Mattarella non avrà verificato nessuna soluzione concreta, allora prenderà direttamente in mano la situazione. Per “concreta”, ormai lo ha chiarito più volte, il presidente intende un governo che possa contare su una maggioranza certa in Parlamento. Ma anche il governo “utile” o “di tregua”, evocato in questi giorni sul Colle, resta per ora incastrato nei veti incrociati di Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Il capo politico del Movimento pentastellato lo ha già bocciato in partenza. Piuttosto chiede, sapendo di non ottenerle, le elezioni il 24 giugno, giorno dei ballottaggi delle amministrative. Anche con il Rosatellum, perché quello della legge elettorale da rifare sarebbe solo un «pretesto» di Berlusconi e Renzi per governare insieme. Allo stato, insomma, anche leggendo attraverso le righe e in trasparenza alla ricerca di segnali distensivi, passi avanti non se ne vedono molti. Solo il centrodestra crede possibile un esecutivo a tempo, fino a fine anno, in grado per Salvini di far fronte alle emergenze e cambiare la legge elettorale. I 5 stelle, incassato il no del Pd e con il veto per Berlusconi sempre in piedi, vengono anzi risucchiati nuovamente sulle posizioni originarie da Beppe Grillo, che riparte dal referendum antieuro. Per non essere da meno, e non venire scavalcato dall’ala dura e pura, anche Di Maio – contaminato dalla farina governista dei due forni – torna a mostrare i muscoli: se lo si escluderà dal governo, dice, M5s
«a quel punto può chiamare in causa i cittadini in altri modi…». Un’immagine che ricorda la «passeggiata su Roma» minacciata da Salvini davanti all’accordo ricercato dai grillini con il Pd.

Pubblicato da ilvostropensiero

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