
Otto sindaci salentini fanno ricorso in Procura per riaprire l’inchiesta sul gasdotto Tap. I primi cittadini di Melendugno, Vernole, Castrì, Calimera, Lizzanello, Zollino, Corigliano e Martano chiedono di far luce su nuovi elementi emersi durante l’iter di avvio dei lavori. Una prima inchiesdta era stata, infatti, archiviata perchè non erano state rilevate irregolarità nella progettazione e nell’avvio del cantiere. Da allora però, secondo i sindaci si sono verificate altre circostanze sulle quali la Procura dovrebbe accendere un faro. Due in particolare gli aspetti oggetto del ricorso presentato dagli otto sindaci: il frazionamento dei due progetti che ha inciso sull’iter di valutazione ambientale e le false dichiarazioni riguardanti l’avvio dei lavori.
“Si è provveduto a verbalizzare il tipo di attività effettuate in quei momenti, le autorizzazioni, le ditte esecutrici, con i relativi contratti di appalto e subappalto, i nominativi degli operai, gli orari di lavoro, i durc, i piani di sicurezza, le notifiche preliminari, i livelli di rumorosità acustica, i noli, le macchine, ecc.
Si valuteranno nelle prossime ore tutta la documentazione prodotta e le dichiarazioni rilasciate, anche per eventuali sanzioni da erogare- afferma il sindaco di Melendugno Potì.
Inammissibile e irrispettoso il ritardo di oltre 50’ fuori dai cancelli del cantiere TAP, prima di consentire l’accesso all’area interessata, al comandante della P.M. Antonio Nahi ed ai suoi agenti. Ho provveduto ad informare di questo increscioso episodio, i Carabinieri e la Questura di Lecce, per le loro valutazioni in merito.
Il nostro obiettivo è pretendere il rispetto delle leggi, dei regolamenti e delle prescrizioni esistenti”.