Apple: colpisce Android dove fa piu’ male!!

iOS non soffre dell’atavica frammentazioneche accompagna Android. Questo è un dato di fatto sul quale penso che tutti possano convenire; ma c’è di più. iOS 12 arriverà sugli iPhone di 5 anni fa, e lo farà anche rapidamente. Non è solo un fatto di distribuzione più omogenea quindi, ma di supporto nettamente più lungo. Nessun produttore Android infatti, nemmeno Google, ha mai offerto una simile longevità ai suoi dispositivi.

E se state pensando al “battery gate” o all’obsolescenza programmata, state solo cercando una scusa. E non è un’opinione soggettiva: iOS 12 gira più velocemente, in particolare sui vecchi device. Sul serio: fate una ricerca su Google e poi rimanete comunque convinti che sia un complotto e che siano stati tutti pagati da Apple!

Fatto sta che anche chi avesse ancora un vecchio iPhone 5s potrà continuare ad utilizzarlo con relativa tranquillità. Cosa se ne fanno invece oggi gli utenti Android di un Nexus 5 (uscito nello stesso periodo), se non moddarlo con qualche custom ROM? E parliamo di uno dei Nexus più azzeccati della storia.

E parlando di longevità, sostituire la batteria di un iPhone, dal prossimo anno in poi, costerà solo 49€ (89€ per i modelli più vecchi di 4 anni); e parlo di assistenza ufficiale, non del negozio aftermarket sotto casa.

Chi compra oggi un iPhone XS/XR sa insomma di poter stare tranquillo per un intero lustro. Ed il merito non è solo del software, ma anche dell’hardware; il che ci porta al prossimo punto.

Il chip A12 Bionic è un salto avanti generazionale non indifferente, e per di più è cucito a misura di iOS. I benchmark hanno sempre confermato il netto passo in avanti della soluzione di Apple, e l’ultimo arrivato promette di accentuare il distacco, dando ancora più longevità ai nuovi iPhone. Realizzato a 7 nanometri, dotato di 6 core per la CPU, 4 per la GPU ed 8 per l’unità dedicata al calcolo neurale. Huawei prova ad avvicinarsi col suo Kirin 980, ma siamo ancora lontani.

Per darvi una cifra del passo in avanti che vado decantando, il neural engine del precedente processore A11 eseguiva 600 miliardi di operazioni al secondo; quello dell’A12 arriva a 5.000 miliardi. Ok, sono numeri forse privi di contesto, ma è da anni che se ne discute, ed il divario non accenna ad appianarsi; anzi. Un presunto benchmark dell’A12 gli attribuisce 4.600 punti su GeekBench single-core, al pari praticamente con un intel i7 Kaby Lake.

I numeri non saranno nemmeno tutto, ma se avete visto girare The Elder Scrolls: Blades forse avrete pensato: “ma quando vedrò una grafica simile su Android?” Io l’ho fatto, e la risposta che mi sono dato non mi è piaciuta.

Google sta facendo da tempo notevoli sforzi per regolarizzare gli aggiornamenti di sicurezza su Android, ma è l’intero ecosistema che per sua stessa natura è più difficile da difendere, a causa principalmente della frammentazione di cui sopra. Ne aveva già parlato Giuseppe in un suo editoriale pochi mesi fa, e nulla e cambiato. Vi invito a leggerlo, perché qualunque cosa aggiungessi sarebbe un’inutile ripetizione

Apple Watch vende. È un dato di fatto sul quale al suo lancio nemmeno io avrei scommesso, ma è così. E devo dare credito ad Apple di aver saputo trovare via via dei motivi per spingere i suoi utenti a prendersi uno smartwatch. E non parlo della soggettiva estetica, ma di piccole cose magari, che però hanno fatto la differenza. Ed Apple Watch 4 rincara la dose.

L’ECG incorporato, che magari fa venire ad un utente il dubbio che qualcosa non vada; il rilevamento di caduta, che farà scattare un’emergenza tempestivamente. E prima o poi leggeremo sul giornale (di nuovo) “Apple Watch salva la vita“. E magari sarà un caso su 10 milioni, ma sarà comunque una vita, sarà comunque una headline.

È anche così che Apple Watch ha raggiunto il successo odierno, complice anche una lunga stagnazione del mercato Android Wear. Proprio in questi ultimi giorni c’è stato il rinnovamento della piattaforma Snapdragon Wear ed è in arrivo il nuovo Wear OS: due ottimi segnali, dei quali però vedremo i frutti e le potenzialità solo nei prossimi mesi. E per adesso la leadership è salda nelle mani di Apple.

Conclusioni

Nella guerra di religione tra Android ed iOS, le motivazioni delle due parti diventano spesso una questione di fede. Su quelle non posso e non voglio discutere, così come sul soggettivo gusto individuale o sulla propensione verso un certo ecosistema. I fatti che ho esposto qui sopra sono però prima di tutto questo: fatti. Attenzione: ciò non significa affatto che Android non abbia altre frecce al suo arco, ma Apple, pur tra alti e bassi, ha dimostrato di saper coltivare bene i propri vantaggi. Confido comunque che Google (e non solo) sappia fare altrettanto, ma di questo avremo conferma solo il 9 ottobre (e nei mesi a venire). Per adesso, però, possiamo dire che Cupertino ha segnato (più di) un gol?

Pubblicato da ilvostropensiero

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